di Annalisa Mastellone
Gavorrano – “Per contenere danni e pericoli derivati dalla grossa presenza di cinghiali il Comune può fare poco, ma lavora insieme a enti e associazioni alla ricerca di una soluzione efficace”. In merito alla questione delle invasioni degli ungulati in paese, ormai segnalate in continuazione soprattutto negli ultimi anni, interviene il giovane assessore alla Caccia, Alessio Murzi (nella foto a destra).
C’è chi tra i residenti chiede un periodo di caccia più lungo di almeno 6 mesi, con abbattimenti selettivi e interventi mirati a prevenire danni a colture e persone. Quello che preoccupa molti cittadini sono soprattutto gli incidenti tra auto, moto e cinghiali. Cosa si può fare?
“Le competenze decisionali spettanti ai comuni in materia di caccia sono ormai residuali, ma non per questo vuol dire che i comuni e questa amministrazione si disinteressano della caccia, anzi tutt’altro data la vocazione che ha il nostro territorio. Il problema del soprannumero degli ungulati e di altre specie ritenute nocive è almeno decennale e ogni anno in aumento, anche se, grazie all’ottimo lavoro svolto dalle associazioni dei cacciatori presenti sul nostro territorio che in concerto con Atc (Ambito territoriale di caccia) e Provincia si adoperano per la corretta riuscita degli abbattimenti mirati, all’interno anche delle aziende agricole del nostro territorio, questo fenomeno viene marginalmente arginato. Vorrei sottolineare il fatto che, leggendo i dati dell’Atc, i danni fino ad oggi provocati alle colture vengono risarciti con le tasse pagate annualmente da ogni singolo cacciatore per il rinnovo della sua licenza di caccia. Per quanto riguarda i problemi legati ai pericoli stradali, sono certamente fra i più gravi e importanti, e, anche come automobilista, ritengo che la vita delle persone viene prima di tutto. Ma c’è oltre a questi un altro problema: molti cacciatori (che sono il nostro occhio vigile nei boschi) e molti esperti di fauna selvatica stanno notando la scomparsa di tutto il nostro sottobosco in tutti i territori, cosa che sta creando danni irreparabili ai nostri boschi comportando così la scomparsa di specie animali molto meno pericolose degli ungulati”.
Come si può risolvere il problema?
“Saranno gli enti competenti come la Provincia, che ha già prolungato il periodo di caccia al cinghiale di una settimana, e gli esperti di fauna selvatica che lavorano su questa problematica del soprannumero degli ungulati a trovare una soluzione al problema. E non saranno certo le trovate estemporanee di chicchessia apparse nei giorni scorsi sui giornali a risolverlo. Noi come Amministrazione possiamo solo aiutare questi organi nella ricerca della risoluzione, facendo da tramite e da supervisori e proponendo il confronto fra le varie associazioni e gli enti competenti. Infatti proprio in questi giorni abbiamo iniziato a muoverci per la creazione di un tavolo di confronto al quale siano presenti tutte le associazioni interessate e gli organi preposti”.