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Heart – Shaped box, la mostra e gli interventi in città: a Follonica si inaugura il 16 luglio

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FOLLONICA – Una realtà in piena trasformazione culturale e creativa. Così si presenta la città di Follonica, le cui buone pratiche hanno portato al recupero e riuso della zona industriale dell’Ex-Ilva che l’ha caratterizzata fino agli anni ’60. Un fermento che è in atto, con progetti all’attivo ed edifici che, da fonderie in stato di abbandono, sono diventati un polo culturale multidisciplinare, connotando un passaggio che conduce da officina della ghisa a Officina delle idee.

Molto è stato fatto e molto c’è da fare, pensare, progettare e realizzare. È su questo punto che vogliamo far incontrare le eccellenze del territorio con altre realtà nazionali per innescare nuove sinergie, attraverso mostre e interventi urbani che indagano i linguaggi del contemporaneo, un talk e una tavola rotonda conclusiva.

La rigenerazione urbana che ha restituito gli edifici a livello architettonico riguarda ora l’innovazione sociale e culturale, attraverso le pratiche artistiche più attuali.

Heart – Shaped box: la mostra e gli interventi in città – Un itinerario che parte dalla Pinacoteca Civica la quale si trasforma si trasforma in una doppia project room, protagonisti due tra i giovani artisti più promettenti sulla scena nazionale. Matteo “Ufocinque” Capobianco e Opiemme sono accomunati da un segno fortemente poetico ed esperienze legate allo spazio pubblico, capaci di innovarsi e contaminarsi continuamente, passando da una tecnica espressiva all’altra, dal wall painting, alle scenografie, al neon, con crescente maturità e intensità espressiva.

La sala grande della Pinacoteca si trasforma, grazie alla magia delle installazioni di Matteo “Ufocinque” Capobianco, in un’inaspettata foresta urbana, un mondo ondeggiante che ci avvolge mentre lo attraversiamo. Un ambiente di poesia e di carta che vive dell’evanescenza dell’aria e delle azioni di chi lo attraversa, reagendo al nostro passaggio e alle nostre emozioni. Un labirinto di forme fluide e vegetali, sensuali e acquatiche in cui perdersi. L’intaglio della carta rivela grandi alberi formati da diversi livelli che si intrecciano, si sovrappongono e creano misteriose foreste urbane, invitando il visitatore a immergersi nell’immaginario delle sue creazioni tridimensionali. Definito da Artribune tra i più promettenti artisti della scena italiana, Capobianco è protagonista attivo della scena writing e poi street-art italiana, con numerosi interventi di wall-painting in spazi abbandonati come fabbriche in disuso. In mostra tra le altre a Lago Film Fest; USBgallery, Jesi; Galo Art Gallery, Torino; Paper-World, Francoforte; D’Ars Studio, Milano; Complesso museale di S. Pietro all’Orto, Massa Marittima; Triennale, Milano; Italian Cultural Institute, New York.

Opiemme affronta lo spazio della Pinacoteca con la pittura, una serie inedita di tele di grandi dimensioni per il ciclo Vortex. Influenzato dal libro del genetista Sermonti, “L’alfabeto scende dalle stelle”, e da un’attrazione verso tutti quelli che sono i misteri che regolano l’universo. I cieli e le stelle a cui rivolgiamo il nostro sguardo fanno da sfondo anche all’installazione luminosa pensata per la facciata del Museo Magma.

Con un percorso di “andata e ritorno” dall’area Ex Ilva alla Pinacoteca civica, Opiemme interviene infatti con un segno luminoso sulla facciata del Museo Magma e un verso poetico a stencil, la cui lettura invita a scoprire il Museo. La scritta a neon bianco “Magma” si riflette in un gioco di ombre tra l’outline a stencil e la proiezione dei raggi del sole. La scelta del verso poetico è caduta su un titolo, usato ormai nel lontano 1978 da Mauro Tognoni, eminente figura intellettuale maremmana che scrissi un piccolo ma denso volume sul lavoro dei minatori. Lui di origine montierina aveva a cuore le condizioni lavorative e sociali di una vasta popolazione maremmana che lavorava, appunto nelle miniere, delle nostre colline. Un impegno, il suo che lo ha portato a Roma a lavorare per il Miistero e per il Governo Italiano. ‘Visi sporchi, coscienze pulite’ è un esempio di conoscenza, amore e impegno. E’ quel valore che si chiama ‘lavoro’ e che spesso trattiamo con superficilità e marginalità. Ci è sembrato che fosse un degno tributo al nostro museo, che dà valore al lavoro, ma anche un gesto di riconoscenza verso certi intellettuali che hanno fatto davvero la differenza.

Il percorso in città prosegue con il wall painting sul muro del Casello idraulico, via Roma (tra la Pinacoteca e il Magma).

La poesia di strada di Opiemme fonde suggestioni musicali in un murale tributo a Kurt Cobain, in cui le parole del flusso di coscienza sonoro e visivo dell’iconico leader dei Nirvana esplodono nel murale Heart-Shaped box (dall’omonima traccia del terzo e ultimo album In Utero, 1993), in un crescendo di intensità fino a disfarsi nella cascata di lettere che prelude alla tormentata passione del coro.

Il lavoro di Opiemme, definito “poeta della street art”, trova il suo manifesto negli interventi pubblici del progetto “Un viaggio di pittura e poesia” . I suoi lavori sono stati presentati nei principali musei italiani e internazionali quali Fondazione Cini, Venezia; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 5 Bienal del Fin del Mundo, Mar de la Plata, (Argentina), Monumental Art Fest, Gdansk (Polonia), Urban Art Fair, Parigi (Francia), Urban Forms, Lodz (Polonia).

Il museo Magma, che ha recentemente ricevuto il Premio DASA come miglior museo europeo che narra la storia del lavoro, il Teatro Fonderia Leopolda, diretto da Eugenio Allegri, con il suo respiro internazionale, e gli spazi recuperati in attesa di destinazione d’uso (la Fonderia Uno e il Carbonile) sono i protagonisti di una rigenerazione urbana dove è giunto il momento di attivare processi di sviluppo – scrive l’Assessore alla cultura Barbara Catalani – attivando una sorta di laboratorio urbano denominato Cantiere Cultura e nato a fine 2014, per attuare un progetto di rigenerazione che si concentri su alcuni settori prioritari: cultura, turismo, innovazione sociale, green economy e agroalimentare. In questo primo anno di vita del Cantiere Cultura è stato possibile mappare molte delle risorse del territorio, mettendole alla prova, aprendo dibattiti e discussioni, in un progetto che vede professionisti e associazioni collaborare e confrontarsi per la prima volta insieme secondo un percorso condiviso con l’Amministrazione. Il percorso è ancora lungo, molto lavoro resta ancora da fare ma ogni piccolo segnale di cambiamento ci dimostra come la comunità sia viva e attiva”.

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