Scarlino

La minoranza: «La maggioranza ci scredita. Lo ‘scarica barile’ non funziona nel lungo periodo»

Municipio Scarlino

SCARLINO – “Rimaniamo sconcertati dalle dichiarazione di Scarlino Può, il gruppo politico che ha appoggiato il sindaco Francesca Travison, senza aggiungere ‘maggioranza’ perché non lo è”.

A scriverlo, in una nota, i gruppi di minoranza Pensiamo Scarlino e Scarlino Insieme.

“Governa tuttavia legittimamente il nostro comune – proseguono -, uscendo vincitore dalle amministrative del 2019 con quasi il 44% dei voti, grazie al sistema elettorale senza ballottaggio per i comuni sotto 15mila abitanti. Sottolineiamo questo dato non per pignoleria o sarcasmo, solo per rispondere alla strafottenza della nota di ‘Scarlino Può’ seguita al nostro comunicato dopo l’ultimo Consiglio comunale, nella quale si profetizza il gradimento popolare attribuendo alle opposizioni il minimo storico.

Non sapevamo di queste doti di veggenza dei nostri amministratori e soprattutto li informiamo che ‘di doman non c’è certezza’, come diceva Lorenzo il Magnifico. Fanno bene ad augurarsi un calo di popolarità delle opposizioni, poiché in un futuro senza divisioni ai dati del 2019 il Comune tornerebbe dalle parti dove è sempre stato.

Detto ciò respingiamo al mittente questo metodo grottesco di screditare ogni intervento delle minoranze, con premesse allusive e denigratorie nei confronti degli avversari politici. Dovranno farsene una ragione, sediamo in consiglio comunale e nei prossimi 4 anni continueremo a svolgere il nostro ruolo, criticando e stimolando fino in fondo il sindaco e la giunta, e lo faremo in maniera più educata e meno becera di come è stato fatto nel lustro precedente.

Tolta la parentesi degli ultimi mesi, che è stata un calvario per tutta l’Italia, a Scarlino abbiamo percepito ancor di più il momento difficile, in balia di un’amministrazione inesperta che fatica a progettare il futuro del comune, senza strategia politica e navigando a vista.

L’unica cosa che sentiamo dire in ogni Consiglio comunale è lo scarica barile su tutte le passate amministrazioni, un’giochino’ che può servire nel breve periodo ma alla lunga non paga, senza esperienza, capacità e fiducia nella macchina amministrativa.

Un esempio è la promessa rivoluzione degli uffici comunali dove la montagna ha partorito il topolino. Dopo un anno di proroghe a singhiozzo, segno d’ incertezza d’idee, gli ultimi decreti del sindaco che nomina i responsabili del servizio non sono stati altro che la conferma nel numero (sei) e nella quasi totalità delle figure di quelli delle precedenti amministrazioni. Vale a dire che i suoi predecessori hanno lasciato un comune in buona salute di risorse umane, con persone adeguate e preparate a svolgere i propri compiti. Sottolineiamo infine come questa operazione sulla pianta organica non abbia forse prodotto l’auspicato risparmio alla voce personale, grazie anche al costoso staff di comunicazione del sindaco.

Anche nel merito di argomenti come l’urbanistica, si cominciano a vedere i risultati; affermare che è colpa della minoranza se si è dovuto convocare un secondo consiglio per uno stralcio del Piano Operativo è estremamente scorretto ed è solo un modo per discolparsi delle responsabilità. Infatti aver portato in consiglio un importante atto di pianificazione senza i documenti fondamentali, come la relazione del tecnico e le risposte alle osservazioni indispensabili per la conoscenza e la discussione, consegnati fuori del tempo previsto dal regolamento (neanche 3 giorni prima del Consiglio, carta canta), dimostra incapacità nella gestione della basilare attività comunale e anche poca attenzione anche per il ruolo dei consiglieri comunali, che hanno diritto di analizzare attentamente le carte e i documenti.

Conosciamo senza presunzione alcuna il territorio, per questo riconfermiamo il nostro disaccordo per la mancanza di strutture commerciali e sociali quali piazze, parchi urbani e piste ciclabili che sono assieme alla viabilità i punti cardine dello sviluppo di una frazione. Il Puntone non può sopportare ulteriori incrementi edificatori rispetto quanto era previsto, che rischiano di far divenire la frazione un dormitorio senza case abitate tutto l’anno. Questi repentini cambiamenti – concludono dalla minoranza – avrebbero meritato invece un confronto con la cittadinanza e un utile approfondimento con i tecnici che hanno lavorato al piano, magari anche attraverso la Commissione Urbanistica che non è mai stata creata”.

 

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