Crisi coronavirus

Confesercenti lancia la campagna #vogliamoriaprire. «Servono contributi a fondo perduto e rinvio pagamenti»

Giovanni Caso

GROSSETO – Si chiama #vogliamoriaprire l’ultima iniziativa lanciata da Confesercenti per raccogliere le voci dei negozi, dei ristoratori, dei pubblici esercizi, degli albergatori, degli ambulanti, di parrucchieri ed estetiste e di tutti quelli che vogliono riaprire le proprie attività.

La campagna, lanciata da Confesercenti Toscana, sta raccogliendo molte firme anche nella nostra provincia (per firmare cliccare a questo LINK).

«L’ultimo decreto è stato profondamente deludente. Ci aspettavamo di riaprire, e non di proseguire in questa lunga fare di lockdown» le parole di Giovanni Caso, presidente provinciale di Confesercenti, non fanno sconti.

«Un altro mese di rinvio per le attività commerciali e ancor più per chi opera con il turismo, per ristoranti, bar e stabilimenti balneari, significa penalizzare ulteriormente una categoria che ha già pagato un conto sin troppo caro a questa crisi. Senza dimenticare le difficoltà delle guide ambientali, delle agenzie di viaggio, e delle strutture ricettive. In molti guardavano al 4 maggio per una parziale ripartenza, e invece quasi nulla è cambiato, se non la possibilità di vendere cibo da asporto, che però la regione Toscana aveva già deciso in autonomia».

Il commercio, le imprese, si stavano già preparando; i mercati, che lavorano in spazi aperti, avrebbero potuto organizzarsi, con tutti gli accorgimenti necessari e nel rispetto delle normative, dei consumatori e degli stessi esercenti, a riprendere il lavoro.

«Siamo i primi ad avere a cuore la salute pubblica per questo abbiamo predisposto dei protocolli da valutare con il Governo, proprio per trovare insieme soluzioni che consentano di lavorare in sicurezza. Ma non si può restare tre mesi senza lavorare».

A questo punto non si può neppure parlare di rilancio, «Dobbiamo salvare il salvabile, visto che, ad oggi, le uniche risorse destinate alle aziende sono i 600 euro del decreto Cura Italia».

«Le attività di vicinato, le piccole e medie imprese, che sono l’ossatura stessa di questo paese, stanno pagando a caro prezzo questa crisi. Senza contare le grandi difficoltà di accesso al credito che permangono».

«Ci aspettiamo che il Governo intervenga con contributi a fondo perduto – continua il presidente Caso – visto che al momento, a parte il rinvio dei pagamenti, non c’è altro. Dobbiamo trovare delle soluzioni per coniugare salute e ripartenza, altrimenti l’emergenza sanitaria diventerà una catastrofe economica».

Confesercenti conclude chiedendo la riapertura immediata di tutte le categorie del commercio (abbigliamento, accessori, calzature), l’attivazione di protocolli comportamentali e procedurali sostenibili (consapevoli che la salute pubblica deve essere garantita) per quelle tipologie di attività che per loro natura necessitano di adempimenti specifici quali ristorazione, mercati, fiere, parrucchieri ed estetiste, il tutto teso ad un’apertura da realizzarsi da oggi a pochi giorni, e infine un sostegno diretto con interventi a fondo perduto da parte dello Stato per sostenere le imprese e il reddito di tutti quei settori che non possono o non potranno ripartire subito.

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