Gavorrano

Coronavirus, storie (stra)ordinarie: Laura, in Germania, «mi dicevano che ero paranoica»

Laura Bertoni

GAVORRANO – In modo graduale, ma deciso, anche la Germania sta adottando le stesse restrizioni dell’Italia per combattere la diffusione del coronavirus.

Laura Bertoni, 35 anni, nata e cresciuta a Gavorrano, vive da quattro anni a Francoforte e racconta come ha vissuto le ultime settimane con il cuore in Italia, ma trovandosi fisicamente in Germania.

«Abito in centro a Francoforte – racconta – e lavoro nel campo farmaceutico nel dipartimento di Projekt Management per una ditta che si occupa di spedizioni farmaci per studi scientifici a livello globale. Quando ho sentito parlare per la prima volta di Coronavirus mi trovavo in vacanza in Thailandia, era fine gennaio e sinceramente pensavo che, una volta volata di nuovo verso l‘Europa, non avrebbe più interferito con la mia vita o con quella di chiunque altro qui».

Al suo rientro a Francoforte, Laura ritorna alla vita normale di sempre, ma poi, piano piano il virus si diffonde e colpisce seriamente la sua cara Italia.
«Il giorno in cui è stato deciso che tutto il mio Paese era zona rossa – dice -, mi sono veramente sentita lontana da casa e allo stesso tempo inerme. Ho iniziato ad avvertire amici, colleghi e conoscenti del pericolo, viste le conseguenze italiane, ma ho sempre avuto la sensazione di non essere presa sul serio, o addirittura di essere considerata esagerata, “pazza” o di essere addirittura derisa. Molte delle risposte che ho ricevuto sono state: eh ma tanto è una semplice influenza, voi italiani, purtroppo, siete un popolo “vecchio” e quindi tanto muoiono solo vecchi o pazienti con patologie importanti, il sistema sanitario italiano non è purtroppo avanzato come quello tedesco».

Laura, cosciente del pericolo comincia ad adottare le stesse misure italiane per tutelare se stessa, gli altri e anche per supportare la sua Nazione: mantiene la distanza di sicurezza, riduce al minimo i rapporti sociali ed esce solo per recarsi in ufficio e per comprare i beni di prima necessità.
«Appena iniziato ad adottare queste regole, ho iniziato ancora di più a sentirmi diversa ed etichettata come estrema, esagerata e paranoica ma, nonostante questo, ho continuato sempre ferma nella mia decisione».

Ma anche in Germania la gente comincia ad interrogarsi sull’effettivo pericolo e nonostante Laura talvolta viene etichettata come “esagerata”, i tedeschi nel frattempo prendono d’assalto i supermercati e i beni di prima necessità diventano pressoché introvabili.
«Mercoledì 18 marzo – ricorda Laura -, ero a casa quando, alle 19.30, finalmente dopo tante esitazioni da parte dello Stato, la cancelliera Merkel ha fatto il tanto atteso discorso alla Nazione, sottolineando la pericolosità del virus e impartendo le stesse regole che io stavo seguendo già da molti giorni ormai. Dopo quel discorso, molto serio e grave, dopo la chiusura forzata di molte attività; bar, cinema, piscine, palestre e regole molto ferree per i ristoranti e simili, la popolazione sembra aver capito».
Dopo la comunicazione della Merkel anche l’atteggiamento verso la sua scelta di seguire le regole italiane di sicurezza e igiene cambia all’improvviso e Laura viene rispettata.

«Per me – conclude -, è stato come vivere il tutto due volte, perché la Germania è circa due settimane indietro rispetto all’Italia e quindi, quello che ho vissuto dai racconti telefonici di familiari e amici, lo sto rivivendo adesso con due settimane di ritardo. Sentendo le notizie, dicono che l’80% della popolazione tedesca sarà infetta, spero proprio che le conseguenze non saranno gravi come quelle italiane».

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