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Coronavirus, storie (stra)ordinarie: Cinzia, alla cassa, in prima linea. «Il primo giorno ho pianto»

Cinzia Sammicheli

GAVORRANO – In seguito all’ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri, ogni esercizio che non sia di prima necessità deve restare chiuso.
Già da qualche giorno vediamo lunghe file davanti ai supermercati, ma come ci si sente in prima linea quando si lavora al suo interno?
«Ci sentiamo vulnerabili» è forse il concetto che racchiude al meglio lo stato d’animo di molti lavoratori.

Questa è la testimonianza di Cinzia Sammicheli, dipendente di Unicoop Tirreno che lavora a Bagno di Gavorrano.

«Ieri sarebbe stata la mia giornata di festa – racconta Cinzia -, ma ognuno di noi colleghi in questo momento si rende disponibile oltre il proprio orario perché il rifornimento della merce è necessariamente intensificato. Sono sempre andata a lavoro volentieri, ma adesso è quasi un incubo perché lavorare a contatto con il pubblico ovviamente ci espone tantissimo. Il primo giorno in cui abbiamo adottato le nuove regole, dopo il mio turno, mi sono messa a piangere perché lo stress è tanto. Mia figlia poi vive in Belgio e sono tanto preoccupata».

I dipendenti dell’Unicoop Tirreno hanno a disposizione mascherine che l’azienda fornisce gratuitamente e nei prossimi giorni anche tutte le casse saranno schermate con lastre di plexiglass trasparenti per una maggiore tutela.
Cinzia è in prima linea in una situazione delicata, in cui fare la spesa è contemporaneamente necessità e rischio. Per questo motivo ci vorrebbe la collaborazione di tutti e non è sempre un atteggiamento scontato.

«La nostra azienda – spiega – ha messo in atto misure straordinarie per far rispettare le ultime disposizioni di legge in materia Coronavirus. Abbiamo i guanti e i disinfettanti per le mani alla nostra postazione di lavoro, all’ingresso un vigilantes regola la fila. Ma non è sempre facile farci rispettare. Accanto a tante tantissime persone responsabili ve ne sono sempre troppe che ritengono forse di essere esenti dai propri doveri verso gli altri. Non è facile, bisognerebbe avere un po’ di collaborazione in più dai clienti, ma noi cerchiamo con determinazione e più gentilezza possibile, di far rispettare le regole che, come tutti sappiamo, ci possono aiutare a salvaguardare la salute comune. Mi ripeto e mi scuso continuamente, a volte mi sembra di essere una vigilessa, ma invito continuamente i clienti a mantenere le posizioni e non transigo».

Se anche voi volete raccontarci come è cambiato la vostra vita ai tempi del Coronavirus, dagli amori lontani alle difficoltà quotidiane e lavorative, inviateci una mail a redazione@ilgiunco.net.

Qui trovate tutte le nostre “storie (stra)ordinarie)”: www.ilgiunco.net/tag/storie-straordinarie/

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