Cronaca

Arrestato dai carabinieri l’uomo che ha rapinato don Claudio

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GROSSETO – È stato arrestato l’uomo accusato di aver rapinato don Claudio Piccini nella propria abitazione. Si  tratta di un rumeno di 35 anni, pregiudicato.

L’uomo è stato fermato per un controllo stradale nella zona di Sesto Fiorentino. Nella nottata i carabinieri della Compagnia di Grosseto hanno così proceduto al fermo di indiziato di delitto, come disposto dalla Procura di Grosseto.

Il fermo è avvenuto grazie alle indagini portate avanti dalla Compagnia di Grosseto. Sono in corso indagini per capire l’esatta dinamica della rapina, avvenuta il 6 febbraio scorso ai danni del sacerdote della parrocchia Santa Maria di Alberese e individuare i complici.

I malviventi si erano introdotti, verso la mezzanotte, prima nella cappella e poi in casa del prete. I ladri, due (uno col volto coperto da un passamontagna, l’altro a viso scoperto) hanno forzato la porta che immette nella cappella feriale, adiacente la chiesa. Di lì si sono introdotti nella sacrestia, dove hanno aperto cassetti e ante dell’armadio contenenti paramenti per la Messa, e poi nell’ufficio parrocchiale.

Anche qui hanno messo a soqquadro scaffali e cassetti e si sono impossessati delle offerte – circa 1400 euro – della comunità, raccolte per sostenere le spese di ripristino delle campane danneggiate da un fulmine. Quindi sono saliti al piano superiore, dove si trova l’appartamento che il parroco occupa assieme ad una coppia di sposi che vivono con lui.

Il sacerdote, che stava dormendo, è stato svegliato di soprassalto dal fascio di luce di una torcia e si è trovato davanti i due uomini, apparentemente giovani. Uno dei due si è avventato su don Piccinini, lo ha tirato giù dal letto e gli ha puntato alla gola un oggetto appuntito (probabilmente un cacciavite). Quindi lo ha scaraventato verso la parete.

Poi, intimandogli di dar loro l’oro minacciandolo “sennò ti ammazzo”, lo ha costretto, afferrandolo, a uscire dalla camera e a scendere al piano terra per ritornare nella sacrestia, dove erano già passati. Qui i due malviventi hanno insistito nel chiedere al sacerdote di dar loro oro. Il sacerdote, impaurito, ha mostrato loro gli unici due oggetti di valore che possedeva: un catenina con due croci e una medaglia col volto di Cristo, che i ladri gli hanno strappato dal collo, e un anello, ricordo della sua defunta madre, che gli hanno sfilato dal dito.

Ritornati al primo piano, don Piccinini ha provato più volte ad accendere le luci e poi è riuscito a urlare, svegliando la famiglia che vive con lui mettendo, così, in fuga i due.

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