Sindacato

“Atipico sì, fesso no”, la Cgil lancia tutti i servizi i lavoratori atipici

Andrea Ferretti: «la Cgil cambia passo: agli atipici stessa attenzione che ai dipendenti. Il mondo del lavoro è cambiato, e noi vogliamo per tutti le stesse tutele. Cominciando da noi stessi»

Andrea Ferretti

GROSSETO – Presentata stamani nella sede della Camera del lavoro la nuova campagna di comunicazione “Atipico Sì, fesso No – Io non conto Ø!” e il carnet di servizi rivolto ai lavoratori atipici.

«Nella nostra provincia – ha sottolineato il segretario del Nidil-Cgil, Andrea Ferretti – oramai il lavoro autonomo e atipico nelle sue diverse articolazioni, riguardano praticamente un terzo degli occupati totali: 29.224 (31%) su 92.990 lavoratori. La Cgil aveva già preso atto di questa modifica strutturale del mercato del lavoro creando la categoria Nidil (nuove identità del lavoro), ma ora ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti nell’ambito della nuova piattaforma di quello che abbiamo definito un “sindacato di strada”. Sotto il profilo organizzativo, il nostro obiettivo strategico è dare la stessa importanza ai lavoratori “indipendenti” di quella fino ad oggi data al lavoro dipendente. Anche per estendere loro tutti i diritti, a partire da quelli alla maternità e malattia, di cui godono i lavoratori dipendenti. Per questo abbiamo elaborato una “Carta universale dei diritti del lavoro” che declina le tradizionali conquiste sociali anche nel mondo del lavoro degli autonomi e degli atipici, a partire dalle piccole partite Iva.  Parallelamente alla rappresentanza sindacale, abbiamo pensato anche a mettere a punto un pacchetto di servizi dedicati, che comprende informazioni, consulenze e tutele,  light co-working & internet free su prenotazione presso le nostre sedi, formazione e orientamento al lavoro, convenzioni e servizi specifici per ogni tipologia di lavoratore.

La Cgil – ha concluso Ferretti – è per proprio Dna un sindacato in evoluzione. Con questo passaggio abbiamo definitivamente cambiato pelle, adeguandoci a un mondo del lavoro profondamente mutato in questi ultimi anni. E lo facciamo senza venire meno ai nostri valori fondanti, ma rilanciandoli».

 

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