L'analisi

#dilunedì: cosa funziona e cosa no, top e flop della domenica (post Cenaia-Grosseto)

Di lunedì

GROSSETO – Difficile continuare questa rubrica con un Grifone così. Visto l’andamento estremamente positivo dei biancorossi, argomentare cosa non va è un compito sempre più complicato. Meglio così, certo, anche se come detto in più di un’occasione c’è sempre da migliorarsi per raggiungere il massimo. E allora andiamo a vedere cosa ci lascia la vittoriosa trasferta sul campo dell’Atletico Cenaia, con un Grosseto capolista e sempre più padrone del campionato.

 

Pollice in su

Il nome nuovo è quello di Mattia Lepri. Il diciassettenne grossetano ha stupito un po’ tutti con una prestazione caparbia e per giunta in trasferta. Anche se la fascia sinistra è ben coperta da Sabatini, quella di Lepri è un’alternativa importante che può dare respiro in vista della Coppa e del lungo campionato.

✔ Numeri da capogiro: 8 gare ufficiali giocate, 5 di campionato e 3 di Coppa Italia; 7 vittorie e 1 solo pareggio, con la casellina delle sconfitte ancora a quota 0! Grandi numeri anche sulle reti: 17 quelle fatte e solo 7 quelle subite.

Il gol vittoria di Andreotti rende l’ariete biancorosso sempre più una certezza, ma allo stesso tempo mette in luce anche il talento di Pierangioli. L’ex Colligiana è, infatti, uno dei giocatori più stimati dall’intero spogliatoio. Plauso anche a Cretella, sempre più indispensabile in mezzo al campo.     

 

Pollice in giù

Nonostante il primo posto e la fantastica vittoria ottenuta su un campo veramente ostico, il Grosseto ha mancato diverse volte il raddoppio che avrebbe chiuso di fatto i giochi e messo in cassaforte il risultato. La cattiveria nel concretizzare le tante azioni offensive è forse un aspetto da migliorare in casa Grosseto.

Non essendoci nessun flop domenicale, o nessun lato negativo degno di nota, l’unica osservazione che si può fare rimane ancora una volta il poco seguito che ha la squadra nel capoluogo maremmano. La storia è trita e ritrita, si sa, ma tolta la Curva Nord e i pochi tifosi “assidui” presenti in tribuna, l’unico pollice in basso è per la risposta di una città che continua a non meritare una squadra di calcio. Al di là della categoria.

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