L'intervento

Sanità: «Buona riorganizzazione sulla carta, ma troppi ritardi. Serve accelerazione»

sindacati Cgil Cisl e Uil

GROSSETO – «Dalle ricostruzioni della visita a Grosseto dell’assessore Saccardi, lo scorso 20 luglio, da parte dei sindaci emergono ottimismo e soddisfazione rispetto agl’impegni assunti sull’ospedale di Orbetello, ma più in generale sul rafforzamento della rete ospedaliera grossetana, sulla riorganizzazione del 118 e sulle garanzie di adeguamento del personale» a dirlo sono Cgil, Cisl e Uil del territorio in una nota congiunta con le rispettive organizzazioni dei pensionati

«Anche al sindacato sembrano impegni significativi, ma continuiamo ad avere delle riserve sul fatto che vengano onorati nei tempi previsti – sottolineano i sindacati – per i normali rapporti che abbiamo con gli amministratori locali, sappiamo che c’è condivisione rispetto alle analisi che Cgil, Cisl e Uil fanno sulla riorganizzazione del modello sanitario toscano, basato sostanzialmente sull’intensità di cura. Modello che prevede un ruolo preciso per l’ospedale (acuzie), ed uno altrettanto indispensabile per la medicina territoriale. Che è chiamata a farsi carico di livelli assistenziali di media e bassa intensità, medicina di base, un diverso rapporto con i medici di medicina generale e della realizzazione delle Case della Salute. Parte essenziale e fondante della rete dei servizi aziendali delle cure primaria (Uccp)».

«Ad oggi tali risultati sono di là da venire – prosegue la nota – e la tanto auspicata integrazione tra ospedale e territorio arranca su più fronti, pur riconoscendo che qualcosa inizia a muoversi. Se risultati importanti sono stati raggiunti sulla rete ospedaliera, pertanto, a livello territoriale ritardi e lungaggini non sono più sopportabili. A partire dai rapporti con i medici di medicina generale che non sono del tutto chiari (non tutti i professionisti accettano di lavorare nelle Case della Salute). Le disfunzioni nelle CdS già aperte per mancanza di personale; la poca chiarezza sulle diramazioni della CdS nelle aree territoriali periferiche; il ritardo del progetto “dove si prescrive si prenota”, al momento solo una buona intenzione (riguarda solo una parte del territorio); la medicina d’iniziativa che stenta a decollare».

«Se l’impostazione è giusta, come noi crediamo, condivisa da gran parte degli amministratori locali e dai cittadini, come dimostrano le iniziative che stiamo facendo nel territorio, allora – concludono Cgil, Cisl e Uil – occorre fare in modo di non disperdere queste energie ed utilizzarle per fare in modo che la medicina territoriale diventi presto realtà. Ora come non mai dobbiamo avere la capacità di riunire le forze ed imprimere un’accelerazione al progetto di riorganizzazione della sanità maremmana».

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