In toscana

Undici immobili all’asta il 25 maggio: case cantoniere, una colonica, appartamenti e un fondo

Casa cantoniera

FIRENZE – Il bando è stato pubblicato prima di Pasqua e l’asta è convocata per il 25 maggio 2017. Altri undici immobili della Regione sono stati messi in vendita e si potranno dunque acquistare. Per alcuni non è la prima volta.

La giunta aveva aggiornato l’anno scorso a maggio, nel 2016, l’elenco degli immobili alienabili, non più utilizzati o dove le entrate degli affitti rischiavano di essere inferiori ai costi di manutenzione. Si trattava di 29 case ed annessi, 4 complessi di particolare pregio, 38 edifici tra magazzini, laboratori, spazi espositivi e c’erano perfino un albergo e 38 porzioni di terreno sparsi in tutta la regione. A tutto questo si aggiungeva il patrimonio agricolo forestale, che spetta però agli enti gestori dismettere. Gli undici immobili dell’asta alle porte, secondo bando dall’inizio dell’anno, rientrano tra questi.

Ci sono tante ex case cantoniere, quelle casette rosse che punteggiano (o punteggiavano) molte vecchie strade statali, costruite il secolo scorso dall’Anas come magazzini e abitazione di chi aveva in custodia quel tratto di via. Oramai da tempo non servono più a questo scopo e vengono vendute: a volte nella loro interezza, in altri casi per una porzione. Ce ne sono nell’entroterra e sulla costa: a Tavernuzze, frazione del comune fiorentino dell’Impruneta, e a Cortona nell’aretino, a Serravalle Pistoiese (lotto1, lotto 2 e lotto 3) e a Rosignano Marittimo sul litorale livornese. Alcune sono in buono stato, altre meno; ma in quel caso il prezzo è davvero di realizzo. Si va da appena 31 mila euro a 183 mila.
All’asta va anche un terratetto al Galluzzo alle porte di Firenze, un complesso colonico a Gaville nel comune di Figline Incisa Valdarno, un appartamento a Pisa, un complesso immobiliare a Grosseto e un fondo commerciale a Pistoia: da 139 a 352 mila euro le diverse base di partenze.

Gli avvisi dell’asta del 25 maggio: foto e schede sugli edifici in vendita
Gli immobili venduti in passato
Non è la prima volta che la Regione vende alcune delle sue proprietà. Aste per addirittura quattrocento fondi o immobili ci sono già state tra il 1997 e il 2006: ex colonie marine della Gioventù italiana a volte già in concessione a privati, appartamenti e fondi commerciali, un ristorante ed anche in quel caso molte ex case cantoniere. Quelle proprietà la Regione spesso non le aveva neppure acquistate ed erano diventate parte del suo patrimonio per ‘eredità’ o con lo scioglimento nel 1977 di una serie di enti, da quello per i profughi dalmati e istriani (che contava 38 appartamenti a Massa e 12 a Firenze) all’Ente nazionale ciechi. Un altro centinaio di immobili e terreni, piccoli beni per lo più, sono stati venduti dopo il 2006. Molti sono stati offerti in prelazione (e acquistati) da chi già li abitava. Dal 2006 al 2012 sono stati incassati 24 milioni di euro. Poi la crisi del mercato immobiliare h a raffreddato le transazioni e così nei successivi tre anni, fino al 2015, tre anni sono stati trovati acquirenti solo per una casa cantoniera, sei terreni, un ufficio in via Verdi e il complesso di via Modena, tutti e due a Firenze, per un 4 milioni e 660 mila euro complessivamente incassati.

Dal 2016 nuova strategia per gli immobili di maggior pregio
C’è però una differenza tra ieri ed oggi. Fino al 2016 si componevano elenchi per poi andare direttamente all’asta. Dall’anno scorso invece la giunta ha deciso – almeno per gli immobili di maggiore pregio – di pubblicare un bando aperto per raccogliere prima eventuali manifestazioni di interesse (con tanto di catalogo on line) e solo successivamente decidere se procedere con l’asta per la vendita, cercare magari un affittuario oppure momentaneamente soprassedere all’operazione.

“Prima di fare le aste – spiega l’assessore al patrimonio e al bilancio, Vittorio Bugli – abbiamo ritenuto opportuno verificare l’interesse del mercato: anche attraverso un articolato programma di presentazioni. Abbiamo così deciso di mostrare gli immobili ai potenziali investitori pubblici e privati, descriverli nel modo migliore e più puntuale possibile e capire se vi può essere un interesse e che tipo di interesse, anche diverso dall’acquisto”. Un modo per essere più incisivi e ridurre al minimo il rischio di bandi che si chiudano senza offerenti. Vendere non significa affatto non aver a cuore un patrimonio che è pubblico. “Anzi è il contrario – sottolinea l’assessore -. Può sembrare un paradosso ma non lo è. Vendere immobili inutilizzati, anche di pregio, e che non possono essere più salvaguardati a sufficienza con le risorse a disposizione è un modo per salvarli e valorizzarli. Ci sono edifici, che attraverso alienazioni o affidamenti in gestione, possono peraltro generare sviluppo economico per l’intero territorio”.

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