Protesta

Vivarelli Colonna: «Senza soldi a rischio scuole e strade» 2 mila fogli bianchi per protestare contro i tagli alla Provincia fotogallery video

GROSSETO – 2 mila fogli bianchi a rappresentare gli atti della provincia, atti anche importanti ma spesso privi di copertura finanziaria e dunque senza la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini. La manifestazione, che si è svolta in piazza Dante, davanti al palazzo della provincia, tutto attorno al monumento di Canapone, è stata voluta dal presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna e si è svolta in tutta Italia, proprio per sottolineare le difficoltà che questa riforma parziale delle Province sta causando.

«Lo scopo – afferma Vivarelli Colonna -, quello di rendere visibile l’impotenza dell’Ente nel tutelare i cittadini in settori chiave come la viabilità, l’edilizia scolastica e la protezione civile. Abbiamo consegnato nelle mani del Prefetto, Cinzia Torraco, una diffida al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ed a quello della Regione, Enrico Rossi, per intervenire prima che sia troppo tardi».

A rischio le scuole, ma anche la manutenzione delle strade. «La situazione è gravissima ed in pericolo c’è la sicurezza dei cittadini – Vivarelli Colonna -: non sono in grado di garantire né la manutenzione ordinaria né quella straordinaria né gli interventi necessari ed urgenti di tutte le strutture, nella viabilità ed edilizia, né dei mezzi strumentali come spazzaneve, turbine, spalatori, mezzi meccanici. Il rischio prevedibile è l’interruzione di pubblici servizi con grave danno alla pubblica incolumità. Sarò più chiaro: di questo passo sarò obbligato per legge a chiudere strade e scuole ritenute dai funzionari addetti non più sicure».

Secondo quanto ha ricordato dalla dirigente a trasporti ed edilizia scolastica Silvia Petri il bilancio è passato da 42 a milioni a 26 «la provincia ha 23 milioni di entrate, e nel 2016 ne ha dovuti versare allo stato 24. praticamente si è fatto fronte alle spese (compresi gli stipendi) solo grazie all’avanzo di amministrazione. Le strade provinciali sono 1.836 chilometri. A queste si aggiungono altri 122 chilometri di strade regionale per cui la Regione versa 660 mila euro: una cifra che copre a stento la bitumazione di 12 chilometri di strade». Per gli stipendi la spesa era nel 2013 di 20 milioni, nel 2014 di 18 milioni e nel 2016, tra prepensionamenti e trasferimenti, di 7 milioni.

«Sto facendo il giro delle 32 scuole – afferma il consigliere Olga Ciaramella – c’è necessità di fondi per le spese primarie, quelle sulla sicurezza. Ci sono classi chiuse (alcune al Bianciardi, per problemi che riguardano i solai ndr) e non ci sono soldi per intervenire: basterebbero 5 milioni e 800 mila euro per tutti gli interventi».

«Sulla viabilità – spiega Marco Biagioni – si stanno facendo solo interventi di emergenza anche a scapito della per sicurezza dei cittadini e invece servirebbero 40 milioni di euro».

«Non si è voluto prendere atto di quel che il 4 dicembre il popolo ha voluto – continua Claudio Pacella -. Abbiamo un bilancio in rosso di 8 milioni e arriveremo a meno 38 milioni. Abbiamo tutta una serie di immobili in dismissione, da vendere. Qui lavorano ancora 258 persone (prima erano circa 500) e siamo tra le poche province che ancora riescono a pagare i dipendenti. Le Province devono tornare a esercitare il ruolo che il popolo ha voluto ridare».

«Quello che facciamo oggi è stato deciso in accordo con tutte le altre 81 Province d’Italia – puntualizza il sindaco di Capalbio Luigi Bellumori -. La Regione Toscana ha fatto passi in avanti rispetto alla legislazione dei territori dando per scontato l’esito referendario, ma le Province esistono ancora e sono interpreti dei bisogni di un intero territorio: la nostra Maremma ne ha bisogno».

«Chiediamo formalmente a Stato e Regione di non prelevare alla Provincia di Grosseto le risorse e di provvedere quanto prima a trasferirne altre, tutte quelle necessarie all’efficace funzionamento dell’Ente – conclude Vivarelli Colonna -. In caso contrario, per tutelare il ruolo istituzionale, i diritti di chi lavora e lo svolgimento degli obblighi di legge, nonché per tutelare l’incolumità e la sicurezza pubblica, provvederò ad agire in ogni sede possibile. Questo è l’ultimo strumento che ho a disposizione per evitare danni più grandi alle persone».

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