Attualità

Mobilitazione dei lavoratori della Camera di commercio «A Grosseto non resteranno uffici»

sindacati funzione pubblica

GROSSETO – «Questa situazione sta ponendo una seria difficoltà al sistema dei servizi pubblici». I sindacati criticano duramente il decreto di riforma della Pubblica amministrazione. «La situazione della Camera di commercio è assimilabile a quella della Provincia – afferma Cinzia Fiacchi della Cgil funzione pubblica -, non a caso il 3 agosto le due mobilitazioni convergeranno e i lavoratori saranno tutti assieme, a Firenze, sotto il palazzo della Prefettura, per protestare».

«Quello maremmano è un sistema imprenditoriale di piccole e medie imprese che ha bisogno del supporto e della rete di sostegno della Camera di commercio – prosegue Fiacchi -. con l’accorpamento con Livorno era già stato fatto un taglio del 25% del personale, e invece sembra che qui non resterà neppure un ufficio e il personale rimasto dovrà spostarsi a 118 chilometri».

Sergio Sacchetti, della Uil FPL parla di «Stato di caos istituzionale: si sta smantellando lo stato sociale, il tessuto produttivo. Si fanno leggi di riordino ma poi non si rispettano: dopo la riorganizzazione arrivano i tagli. È successo per le Province e succederà per le Camere di commercio». «È un anno che si fanno giochini, si mostra una bozza di decreto che poi viene smentita – sottolinea Stefano Facchi della Cisl -. C’è anche un problema a capire chi sia l’interlocutore con cui parlare e quale sia la possibile riforma».

Praticamente ci sarà una riduzione delle funzioni, alla Camera di commercio resteranno solo il registro delle imprese, gli albi, la vigilanza sui prodotti e poco altro. Verrebbe meno l’arbitrato, i finanziamenti alle imprese, il deposito dei marchi e brevetti, il supporto per la digitalizzazione, e la formazione. Inoltre è previsto un taglio del personale fino al 25%. da 105 Camere ne resteranno circa 60, con ricadute sul territorio in termini di servizi.

«Si accorpano agenzie si accorpano le sedi – precisa Salvatore Gallotta della Cgil – ma senza un progetto chiaro e definitivo di quella che deve essere una vera riforma anche per la Camera di commercio sembra si risponda solo all’esigenza di eliminare gli enti intermedi. C’è stato un taglio del 50% delle risorse che era versato dalle imprese. Questo però ha portao alle imprese solo un guadagno di 30 euro all’anno. Una cosa ridicola: quelle somme non potranno essere più spese sul territorio. A questo si aggiunge un taglio del 70% delle funzioni camerali».

Proprio per questo i lavoratori, che hanno aderito allo stato di agitazione del personale, questa mattina si sono riuniti in assemblea, un incontro a cui sono stati invitati anche i rappresentanti politici locali e a cui era presente anche il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda.

«C’è stato un tempo in cui si puntava sul decentramento per garantire ai cittadini servizi di prossimità, e favorendo le autonomie locali, ora invece si sta andando verso un accentramento di tutte le funzioni. Un percorso – conclude Fiacchi – che ci riporta pericolosamente indietro di anni».

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