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Tre milioni di euro per i servizi socio sanitari della zona sud della provincia

ospedale asl ambulatorio 2013

ORBETELLO – Ammonta a tre milioni di euro il bilancio 2014 per i servizi socio-sanitari del sud della provincia di Grosseto. Lo ha reso noto la Conferenza zonale della sanità dei Sindaci delle Colline d’Albegna, riunitasi ieri sotto la presidenza del sindaco di Orbetello. Un bilancio composito, cui contribuisce la Regione Toscana, da un lato, e in massima parte i singoli Comuni dall’area, dall’altro, e che, con 25 euro pro capite, riesce a far fronte ai bisogni dei cittadini.

“Abbiamo scelto una struttura snella che è flessibile ed efficace nella soluzione dei problemi – spiega Monica Paffetti, sindaco di Orbetello -. Questo grazie ad un accordo di cooperazione tra Comuni ed Asl che riduce le spese di gestione, da una parte, e permette di avere un controllo diretto, dall’altra, di ogni passaggio nell’erogazione dei servizi socio-sanitari”.

La Conferenza, inoltre, ha deciso di aumentare il fondo per la povertà emergente, nato quest’anno, dagli attuali 60mila ai 100mila euro del 2015: “Si tratta di uno strumento studiato per affrontare la crisi – spiega Paffetti – e che si attiva come un paracadute per coloro che rischiano di cadere in uno stato di indigenza. Uno strumento efficace che ha permesso il superamento di difficoltà momentanee che, altrimenti sarebbero state insormontabili. Per questo abbiamo deciso di potenziarlo”.

Tra i progetti da attivare nel 2015, infine, un centro residenziale per i portatori di handicap: “Dobbiamo ottimizzare l’offerta dei centri diurni di Manciano e Orbetello e far fronte alle esigenze di quelle famiglie che necessitano di assistenza continua – conclude Paffetti -. È per questo che abbiamo pensato ad una fondazione che possa realizzare una struttura in grado di accogliere i portatori di handicap in maniera continua ed in lunga degenza. Sarà un servizio che potenzierà l’offerta socio-sanitaria in maniera sensibile, intuito da Enti che vivono e ascoltano il territorio. Ecco perché ci preoccupa la volontà della Regione di accentramento e semplificazione dell’articolazione sanitaria che renderebbe ancora più periferica e marginale una realtà come la nostra”.

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