Politica

La Maremma divisa tra la Leopolda e la piazza Cgil: a Firenze i ‘renziani’, a Roma in 1200

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di Daniele Reali

GROSSETO – Anche la Maremma si prepara a vivere un sabato intenso sul piano politico. Domani sono in programma due degli appuntamenti più attesi nel dibattito nazionale sulle riforme e sul futuro del paese. A Roma andrà in scena la manifestazione organizzata dalla Cgil che mira a portare in piazza più di un milione di persone per protestare contro il “jobs act” e contro alcune misure economiche lanciate dal governo, mentre a Firenze tutto è pronto per la Leopolda, lo spazio di confronto dal quale è partito la “scalata” di Matteo Renzi e che oggi è alla sua quinta edizione.

Ma come vivranno i maremmani questi grandi eventi che sono al centro dello scenario politico italiano?

La Cgil ha lavorato bene sul territorio e alla vigilia della manifestazione ha confermato numeri importanti. Dalla provincia di Grosseto partiranno 20 pullman (dalla Toscana saranno 381) per un totale di 1000 persone. A queste si aggiungeranno anche tutti coloro che raggiungeranno la capitale con il treno speciale o con mezzi propri. Le stime parlano di un numero molto vicino ai 1200 partecipanti.

«È una buona partecipazine – ci dice Claudio Renzetti, segretario della Cgil di Grosseto –. Questo è l’inizio di un percorso e non un punto di arrivo. Sarà una piazza di proposta e di protesta. In questo momento nel nostro paese rispetto a temi fondamentali, che sono quelli dei diritti e sul modo di uscire dalla crisi, si stanno scontrando due modelli diversi di innovazione e cambiamento. Stiamo proponendo con forza un’idea di cambiamento che è diversa su tanti aspetti, e nemmeno su tutti, rispetto alle idee che porta avanti questo governo. Auspico che si abbandoni gli steccati ideologici e che si apra un confronto sul merito».

E alla Leopolda? Anche a Firenze ci sarà una folta delegazione di maremmani e, come naturale, di esponenti del Partito democratico. Niente di paragonabile ai numeri “romani”, ma è anche vero che i due appuntamenti sono profondamente diversi. In prima linea, come è accaduto anche negli anni passati, ci saranno i “renziani della prima ora”: da Marco Simiani al presidente dell’assemblea Pd Riccardo Vannozzi, da Catiuscia Scoccati all’assessore Daniele Tonini e alla vicesegretaria del partito provinciale Valentina Culicchi. A dare l’adesione alla manifestazione fiorentina anche Leonardo Marras, presidente della provincia fino a qualche giorno fa e membro della segreteria regionale Pd con delega alle politiche agricole. Proprio Marras sul suo profilo Facebook ha spiegato i motivi della sua presenza alla Leopolda.

«Domani – scrive Marras – vado alla Leopolda e martedì 4 novembre, ho già preso un giorno di ferie, vado ad iscrivermi alla Cgcil. Posizione da “paraculo”? No, non condivido i toni premeditati del sindacato rispetto alle proposte di riforma che il governo ha avanzato. Quella di domani assomiglia di più ad una manifestazione di esistenza che di lotta. La Leopolda è un’altra cosa e non sarà niente di più che un momento di discussione aperta per dire e ascoltare da chi partecipa in modo nuovo ciò che pensa del suo futuro. Questo evidenzia che c’è bisogno di politica e che ancora i partiti, nemmeno il mio partito il cui segretario è Renzi, non sono in grado di intercettare tutta questa domanda di partecipazione».

«Questo – aggiunge – non si significa che a Firenze domani ci sia l’Italia migliore; molta dell’Italia migliore non sarà né in piazza a Roma né alla Leopolda ma sarà a lavoro o a cercarlo o a sbrigare qualche faccenda di casa perché te lo permette solo il fine settimana o ad accompagnare i figli alla partita o al catechismo o a giocare alla bocciofila o in ospedale o su un ambulanza o alla mensa della caritas a dare una mano. Tuttavia, come detto, mi iscrivo alla CGIL perché credo che i lavoratori se vorranno ancora rivendicare i propri diritti, evitare di essere presi uno a uno a contrattare le proprie posizioni, hanno bisogno di sindacati forti e credibili, organizzati e formati, che sanno fare il proprio mestiere e si concentrano su quello, indipendenti sempre dalla politica, fedeli solo alla missione di rappresentanza e di solidarietà».

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