GROSSETO – “Il Sommo Pontefice desidera manifestarle viva gratitudine per il gesto filiale e per i sentimenti di venerazione e di affetto che lo hanno suggerito e, mentre esorta a perseverare nel generoso servizio al prossimo… di cuore invia a lei, ai volontari e quanti ella rappresenta il suo beneaugurante saluto”. Queste alcune delle parole mandate da Papa Francesco all’indirizzo del sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, attraverso l’assessore per gli Affari generali della segreteria di Stato della Santa Sede, Peter Wells.
Una risposta a quel “filiale gesto” a cui il Santo Padre fa riferimento e cioè la lettera che il sindaco Bonifazi, a nome della città di Grosseto, ha voluto inviargli per portare all’attenzione del Pontefice una “bella storia”.
Una storia che parla di una “realtà, fatta di esperti e professionisti, uniti da grandi competenze e forte senso civico. Una realtà di cui la città è orgogliosa, perché costituita da grossetani che, al servizio dello stato, nelle sue diverse diramazioni, riesce a offrire risposte concrete, in modo efficace, al bisogno”.
È la storia del Codice rosa quella che il sindaco Bonifazi ha voluto raccontare al Papa in un breve scritto inviato lo scorso febbraio, proprio in concomitanza con il riconoscimento assegnato dalla città di Grosseto alla task force, con una cerimonia ufficiale in Municipio.
Nella lettera, inviata tramite il vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni, si metteva in evidenza la bontà di un servizio che, nato nel 2010, si sta diffondendo in tutto il territorio italiano per affrontare al meglio i casi tanto delicati quanto diffusi di violenze e soprusi contro donne e uomini, anziani e bambini.
“Aver avuto un riscontro immediato da Papa Francesco ci riempie di gioia. La mia lettera a lui indirizzata era un modo per ringraziare il Codice rosa, rendendogli il giusto merito, per l’impegno, la passione e lo spirito di sacrifico spesi a favore di persone in difficoltà – dice il sindaco Emilio Bonifazi -. All’onore per aver ricevuto dal Santo Padre un riconoscimento al lavoro svolto dalla task force grossetana si unisce la soddisfazione per aver portato all’attenzione del Pontefice una realtà tanto preziosa quanto efficiente del servizio pubblico”.
“Non c’è progetto di bene, capace di valorizzare e promuovere la dignità di ogni persona, a cui la Chiesa si senta estranea – aggiunge il vescovo Rodolfo -. Il delicato messaggio con cui Papa Francesco ha inteso rispondere alla lettera del sindaco di Grosseto ci dice proprio questo e soprattutto incoraggia tutti coloro che operano per il bene comune a farlo con sempre maggiore slancio e con speranza certa, perché la vita piena sia un dono per tutti e la bellezza dell’umanità il senso ultimo del nostro operare. Avanti, dunque, con fiducia e col sorriso perché la speranza la si costruisce non solo facendo, ma prima di tutto con un cuore riconciliato e in grado di gustare il bene”.
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