Attualità

Bullismo, Bonifazi: amarezza e incredulità. Grave anche se fosse una messa in scena

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GROSSETO – «Il video della rissa tra ragazzine sulle Mura medicee lascia tanta amarezza e incredulità. E questi sentimenti valgono qualunque sia la verità dei fatti, ovvero che si tratti di un fatto realmente accaduto così come che sia il frutto di una messa in scena.» Così il sindaco di Grosseto commenta la vicenda del video apparso su you tube in cui un gruppo di ragazzine aggrediscono una coetanea di colore. «Gli organi preposti ad accertare la verità stanno lavorando alacremente e, mi risulta, che le le indagini stiano procedendo senza sosta, con la delicatezza e gli accorgimenti che si richiedono in casi tanto particolari che hanno per protagonisti dei minori.»

«Condanniamo con forza qualsiasi forma di violenza e di razzismo, chiunque ne sia l’autore – prosegue Bonifazi -. Ma soprattutto visto che parliamo di ragazzi le domande da farsi sono molte altre e ci conducono nell’ambito educativo, nel sistema dei valori e dei riferimenti che si possono dare. L’amministrazione comunale da tempo lavora con i bambini e ragazzi in sinergia con le istituzioni scolastiche per proprorre modelli e progetti educativi collaterali rispetto alla normale programmazione didattica. Lo facciamo convinti che fin dalla più tenera età si possa intervenire sui comportamenti a partire dall’insegnamento del rispetto dell’altro e dall’educazione. Da qui i numerosi progetti proposti nelle scuole dell’infanzia, alle elementari, con i ragazzi delle medie e delle superiori. A loro vogliamo parlare anche per proprorre spunti di interessi diversi, per stimolare i talenti e le attitudini. E lo facciamo cercando di coinvolgere anche i genitori per instaurare un rapporto di collaborazione attraverso iniziative mirate ad una buona crescita psicofisica e in generale al benessere dei bambini. Con la speranza che non si debbano più registrare in futuro episodi come questa rissa. Perchè se violenza vera è stata – conclude Bonifazi -, è giusto che si intervenga secondo la legge. Se il video fosse confezionato ad arte, sono comunque tante le domande da farsi. E molti gli interventi da prendere per rieducare quei giovani a stili più ‘sani’ per sé e per gli altri».

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