Opinioni, «Riprendiamoci i nostri ragazzi»

Giuncarico – Per la rubrica “La Posta del Giunco” pubblichiamo la lettera che Riccardo Bardini ha inviato alla nostra redazione e che si intitola “Riprendiamoci i nostri ragazzi”, un riflessione legata ai recenti fatti di cronaca dei quali si sono resi protagonisti negativi alcuni giovani come l’aggressione ai due Carabinieri in servizio a Sorano. Un appello ai genitori, alla famiglia più in generale per una maggiore responsabilità nei confronti dei propri figli, dei propri giovani.

Ricordiamo ai nostri lettori che per scrivere alla redazione del Giunco.net si può inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica redazione@ilgiunco.net oppure inviare un messaggio con il modulo di contatto alla pagina Contatti.

RIPRENDIAMOCI I NOSTRI RAGAZZI

«Da genitori responsabili e attenti alla formazione educativa e culturale dei nostri figli, di fronte alle sconvolgenti notizie che sempre più spesso siamo costretti a leggere o ascoltare dalla cronaca giornalistica, come l‟ultimo brutale pestaggio dei due carabinieri a Sorano, abbiamo il dovere di fermarci ed interrogarci collettivamente in una lunga pausa di riflessione, su quale sia il degradato contesto sociale in cui, nostro malgrado, dobbiamo far crescere i nostri adolescenti.

Nel nostro quotidiano impegno di genitori presenti e vigili, sempre in allerta e pronti a controllare qualsiasi eventuale movimento o atteggiamento sospetto, cerchiamo di non lasciare nulla al caso, come in particolare le frequentazioni di qualsiasi compagnia e contesto di aggregazioni d’ogni genere a cui partecipino i nostri figli, perché siamo profondamente consapevoli del ruolo indispensabile e fondamentale che deve espletare una famiglia accorta, ma ciò potrebbe non bastare, o comunque pare non essere più sufficiente a darci garanzie e tranquillità di poter lasciare serenamente liberi i nostri ragazzi di fare le loro normali esperienze di vita come noi tutti abbiamo fatto in gioventù.

Per questo, io penso che, noi genitori delle famiglie che definirei più salde e robuste, o più attrezzate sotto il profilo culturale e della sensibilità, rispetto ai potenziali e pressanti problemi sociali che stiamo vivendo in questo affannoso periodo storico, da cui cerchiamo costantemente di porsi al riparo, tutelando noi stessi insieme ai nostri figli, dobbiamo farci carico di avere una responsabilità in più e farsi protagonisti di azioni più coraggiose e impegnative.

Non aspettiamo ciò che dovrebbe fare la politica e che invece ad ogni livello sta dimostrando di non essere in grado di fare!

Riprendiamoci direttamente sulle nostre spalle l‟iniziativa e preoccupiamoci collettivamente in prime persone di organizzare centri d‟incontro per realizzare importanti momenti d‟ascolto e di confronto fra genitori e figli, per coinvolgere quelle famiglie più deboli e problematiche, da affiancare nel loro difficile cammino di crescita e di risoluzione dei problemi quotidiani piccoli e grandi, verso cui è evidente, che un numero sempre maggiore di queste, si stanno trovando impreparate e disarmate, ad affrontare problemi che con tutta probabilità avranno vissuto, già prima di essere genitori, anche nelle loro famiglie di provenienza, riproponendoli praticamente uguali alla generazione successiva.

Io credo che, aiutando loro, aiuteremo anche i nostri figli, che certamente si troveranno a vivere in un contesto sociale migliore e meno preoccupante di quanto non lo sia adesso.

Se invece, pensiamo che la risoluzione dei problemi dei nostri ragazzi, possa egoisticamente risolversi solo tenendo ben salde le nostre posizioni di sicure ricchezze economiche e proteggendosi ottusamente al rinchiuso delle nostre tranquille residenze blindate, dentro le quali pensiamo di salvarci e metterci al posto la coscienza, facendo senz‟altro la più assoluta e rigorosa impartizione accademica delle migliori discipline educative, che purtroppo ben poco serviranno ai nostri figli, dovendosi poi ritrovare, una volta usciti di casa, calati in contesti sociali dove il rispetto delle regole impartite con tanta fatica, non sono riconosciute da un troppo ampio numero di loro compagni.

Allora se vogliamo continuare a percorre questa strada, credo che ci stiamo illudendo sulle buone aspettative che vorremmo creare per i nostri figli e stiamo commettendo ancora una volta un grave errore!

Come spesso la storia ci insegna, tal volta anche i grandi cambiamenti, possono venire dalla semplice buona volontà di ordinarie persone comuni, che però convintamente condividono un progetto unitario da portare a compimento, per dare un contributo essenziale al miglioramento sociale e civile della collettività in cui vivono, o magari a beneficio di altre comunità bisognose di aiuto, come negli splendidi casi dei tanti volontari di ogni parte del mondo, che si dedicano con infinita generosità ed amore a portare assistenza nelle zone più povere e abbandonate del pianeta.

Come possiamo continuare ad accettare che ad esempio, in pieno centro nella piccola e civilissima Grosseto, ripetutamente si siano consumati per mano di giovanissimi ragazzi, atti gravissimi di violenza gratuita, dovuti all‟abuso di alcol o altre sostanze stupefacenti, a cui, quelli come molti altri, si sono potuti avvicinare con estrema facilità, adottando uno stile di vita dissoluto, arido, privo di qualsiasi base minima di buon insegnamento e di quella indispensabile serietà e civiltà che certamente le famiglie non hanno saputo trasmettere loro.

Non pensiamo di delegare alle scuole l‟insegnamento dei sani principi, di ciò che deve essere eticamente e moralmente corretto, sperando invano di poter affidare a loro la formazione delle coscienze dei nostri figli.

Dobbiamo riappropriarci del nostro tempo, che troppo spesso siamo costretti a dedicare al lavoro in orari troppo lunghi, per ritagliarsi spazi ragionevoli, da dedicare adeguatamente alla famiglia e in particolare proprio ai nostri figli.

Le scuole per come sono state ridotte, purtroppo con insegnanti demotivati e che assai meno frequentemente di quanto crediamo, soffrono anch‟essi dei soliti mali e storture di cui adesso stiamo trattando, riescono a malapena a dare uno straccio di istruzione e formazione spesso ridotta a soli brandelli nozionistici. A casa quindi le famiglie dovrebbero (debbono), in ogni modo sopperire alle carenze di ciò che purtroppo le scuole non riescono più a fare, in affiancamento alle famiglie, come forse in passato riuscivano a fare.

Altri guasti provengono con altrettanta probabilità, anche dai molti dannosissimi esempi negativi di stili di vita, provenienti purtroppo da chi invece dovrebbe rappresentare integri punti di riferimento delle istituzioni. Così quelle figure che in situazioni normali dovrebbero costituire l‟apice di un modello positivo di rettitudine da imitare, diventano invece lo stimolo al disimpegno, al voler vivere comodi anche senza meriti, lanciando il falso messaggio che è possibile essere anche ciò che in realtà non siamo e non possiamo permetterci, facendo tutto irresponsabilmente come in un sogno irreale!

Ciò può senz‟altro ingenerare una percezione alterata della realtà, facendo credere che forse è possibile vivere continuamente all‟eccesso, improntati alla superficialità e allo sballo, dove il divertimento a tutti i costi, deve essere fatto di lussi sfrenati, sfarzosi che diano la sensazione di vita facile e lontana dai reali problemi della gente comune! Chi evidentemente non riesce a raggiungere certi ambienti e certi lussi, si sballa comunque in tutti gli altri modi possibili, cercando di chiudere gli occhi di fronte ad una società che non gli piace e che li respinge invece di sapergli creare adeguate condizioni e opportunità d„ingresso per diventare un dignitoso e valido soggetto ben integrato nella sua comunità.

L‟altruismo oltre che un atteggiamento di solidarietà, può e deve essere compreso anche come una necessità ed un‟opportunità di cambiamento positivo. Un vero e concreto esempio di questo genere potrebbe davvero iniziare a rafforzare le parti deboli della società, che sempre più sta vivendo nel disinteresse dell‟azione politica più importante.

Infondo, la società, così come lo stato, siamo noi e se attualmente il livello medio dei politici è semplicemente disastroso, noi cittadini di buon senso, che sentiamo veramente il senso di responsabilità del “buon padre di famiglia” , non solo come astrazione giuridica e che dovrebbe stare alla base di chi governa un paese o amministra la cosa pubblica ad ogni livello, applicando il concetto con coerenza, dobbiamo riprenderci in mano la situazione, prima che sia troppo tardi e secondo me, non credo ci sia rimasto ancora molto da aspettare.

Spesso con grandi travagli interni, noi genitori assennati, cerchiamo d‟impartire equilibrate lezioni di vita, che siano di buon esempio per i nostri figli, lavorandoci a fianco il più possibile e facendogli respirare giorno per giorno ed ora per ora, tutta la nostra convinta dedizione nel rispetto dei valori civili e dell‟educazione, necessari per contribuire a vivere in un contesto pacifico, che ripudi la violenza o anche l‟uso di modi d‟agire disonesti, che scardinano i saldi principi dell‟etica e della correttezza di un comportamento realmente civile nei rapporti sociali e interpersonali.

A questo punto se non vogliamo aspettare un ulteriore incancrenimento del degrado sociale in cui siamo caduti, occorre che da parte di tutti noi responsabili padri di famiglia, si sollevi con forza un grande e sofferente grido di allarme, che dia il via ad un‟urgente azione di movimenti ferventi e dinamici, in grado di ridare il giusto indirizzo orientativo alla nostra collettività, ormai stordita e assopita verso una continua deriva di sbandamento fuori controllo.

Nessuno agirà al posto nostro e presto se resteremo ancora immobili, continueremo a rimanere sbigottiti nuovamente di fronte all‟ennesimo delirio nel quale sarà caduto in preda ancora uno dei nostri figli più deboli e sfortunati!

Per questo io dico, RIPRENDIAMOCI I NOSTRI RAGAZZI !

Riccardo Bardini»

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